giovedì 15 novembre 2007

I RELIGIOSI/2 NON SONO CITTADINI ITALIANI?

Amici di Settimana,
lo scorso 14 ottobre si sono tenute in Italia le elezioni Primarie del nascente Partito Democratico. Senza ombra di dubbio, comunque ci si collochi politicamente, un fatto di rilievo in Italia, perché innovatore particolarmente quanto a modalità di partecipazione. Spira forse aria nuova, in tutti i sensi, e questa nascita che pure appare sofferta e che mostra – dicono i politologi – anche delle imperfezioni, è certamente un fatto che lascia più di un segno positivo per il cammino della maturazione democratica nazionale.
Oggetto di queste poche righe da parte mia, sono frate cappuccino, è la gioia di aver potuto partecipare, e tanti consacrati come me, liberamente e consapevolmente alla vita sociale e politica del mio paese, quale cittadino cristiano, indipendentemente dagli schieramenti partitici che, in un passato ancora recente, venivano spesso visti alla luce di pregiudizi reciproci.
Finalmente ci si muove nell’ottica di quella sana e preziosa laicità nella chiesa e della chiesa incoraggiata dal Vaticano II, raccomandata nel cammino della chiesa italiana dopo-Verona e ribadita ancora recentemente nella 45ª Settimana Sociale a Pisa e Pistoia con la riflessione sul bene comune vissuto in termini di integrazione e non di esclusione.
Anche nei nostri ambienti conventuali ed ecclesiali si respira decisamente aria nuova. Mi ha, quindi, sorpreso quell’attardarsi giornalistico, che si è visto in alcuni telegiornali Rai nazionali, come di una curiosità la partecipazione al voto di religiose ed ecclesiastici. Hanno forse commesso un abuso?
Chi, nella società e nella chiesa, misura gli avvenimenti ancora con il metro di trascorse battaglie elettorali, forse dovrebbe riflettere di più sul cammino che si sta aprendo, anziché disperdersi in sterili azioni di retroguardia. Siamo religiosi cittadini cristiani e non inconsapevoli pedine di una politica mestierante, sovente divenuta questione di bottega, realtà che si praticava nelle sacrestie (eccome!), anche se non lo si diceva!
Auguri e saluti.

fra Luca Isella ofm cap.

Nessun commento: